Integrazione degli alunni con difficoltà di apprendimento
Con il termine difficoltà di apprendimento si intende una qualsiasi difficoltà riscontrata dall’alunno durante il suo percorso scolastico. Le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi e spesso non sono conseguenza di una causa specifica ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia l’alunno sia i contesti in cui viene a trovarsi. Gli alunni che si trovano in difficoltà di apprendimento possono essere: in situazione di disabilità (fisica\mentale), in situazione di svantaggio socio-culturale, in situazione di difficoltà emotivo\relazionale, in situazione di deficit di attenzione\iperattività, in situazione di apprendimento difficile, rallentato e di scarso rendimento scolastico.
La nostra scuola dell’infanzia si occupa dei bambini e delle bambine che presentano difficoltà di apprendimento in modo efficace, efficiente ed inclusivo attraverso l’individualizzazione e la personalizzazione delle proposte educative. Le insegnanti attenendosi ai criteri di sensibilità, reversibilità e temporaneità, osservano i bambini e le bambine in modo da accorgersi in tempo di tutte le difficoltà, anche di quelle poco evidenti, per poter poi avere uno scambio al riguardo con le famiglie; inoltre in accordo con le famiglie, cercano di delineare, anche servendosi di esperti esterni, le interconnessioni di fattori che alimentano tali difficoltà.
La comunità scolastica e i servizi locali hanno il compito di prendere in carico e di occuparsi della cura educativa e della crescita complessiva delle persone con disabilità, fin dai primi anni di vita. L’obiettivo è quello di garantire alla persona la piena partecipazione alla vita sociale. Ciò è riconosciuto e tutelato dalla legge 104\1992.
Quando le difficoltà di apprendimento di un bambino o di una bambina sono dovute ad una disabilità (fisica\mentale) la scuola mobilita tutte le risorse disponibili per soddisfare i suoi bisogni educativi e formativi speciali attraverso l’attivazione di un PEI (Progetto di vita o Progetto Educativo Individualizzato) che viene definito basandosi sulla Diagnosi Funzionale educativa e sul Profilo Dinamico Funzionale. La DF è formulata su base multidisciplinare (insegnanti, specialisti sanitari e sociali, famiglia e alunno) e collegiale e si rifà all’ ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute); il PDF serve da strumento di raccordo tra la conoscenza dell’alunno data dalla Diagnosi Funzionale e la definizione di attività, tecniche, mezzi e materiali per la prassi didattica di ogni giorno.
Integrazione degli alunni stranieri
Alla scuola dell’infanzia si affacciano genitori che provengono da altre nazioni e che costruiscono progetti lunghi o brevi di vita per i loro figli nel nostro Paese. Essi professano religioni diverse, si ispirano spesso a modelli tradizionali di educazione, di ruoli sociali e di genere appresi nei Paesi di origine ed esprimono il bisogno di rinfrancare la propria identità in una cultura per loro nuova.
La scuola dell’infanzia è per loro occasione di incontro con altri genitori, per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità. Ecco perché si ritiene opportuno ricercare strategie che possano ridurre il disagio dei bambini e delle bambine stranieri attraverso momenti di socializzazione e di incontro.
Le strategie per accogliere i bambini
Per facilitare l’accoglienza dei bambini utilizziamo alcuni accorgimenti pratici:
- salutarli personalmente al loro arrivo;
- catturarne l’attenzione coinvolgendoli in attività ludiche;
- attribuire a ciascuno un proprio luogo facilmente e chiaramente identificabile;
- utilizzare con sistematicità la tecnica del “circle time”;
- incoraggiare i genitori facendoli sentire importanti per i figli e ben accolti da noi
- insegnanti, a seguire con gradualità l’ambientamento dei bambini nella prima fase della frequenza
- se lo desiderano, lasciare ai bambini la possibilità di portare con loro oggetti familiari da riporre nel loro armadietto
I genitori
Il ruolo dei genitori nella scuola è di primaria importanza: ci fornisce informazioni utili e continue
sul bambino necessarie per impostare la nostra azione educativa, e come stimolatore della qualità del servizio collabora con noi insegnanti per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla scuola. L’impegno è quindi quello di ‘accogliere’ le loro attese e i loro bisogni con un atteggiamento di aperta fiducia.
Tutto ciò può essere raggiunto educandoli a conoscere e rispettare le regole scolastiche , a collocare il problema del proprio figlio all’interno di dinamiche molto più ampie riguardanti l’intera sezione o l’intera scuola; stabilendo precisi confini tra il ruolo docente e quello genitoriale e delineando conchiarezza i due differenti ruoli.
Fornendo tutte le informazioni riguardanti la scuola (bacheca, casella della posta, sito web)
Gli insegnanti
L’accoglienza tra insegnanti genera l’atmosfera di una scuola: rapporti sereni e rilassati vengono percepiti immediatamente come fonte di benessere e permettono a tutti coloro che vivono la scuola di “stare bene” al suo interno.
Le insegnanti mettono in atto i seguenti accorgimenti:
- Suddivisione degli incarichi e rotazione degli stessi
- Condivisione del progetto educativo e impegno a realizzarlo
- Svolgimento di attività comuni
- Ricerca di un atteggiamento professionale condiviso
- Condivisione delle regole stabilite in team
- Programmazione di incontri con i genitori concordando i modi e i contenuti della comunicazione
Il personale ausiliario
In una logica sistemica ogni componente è funzionale al tutto e rappresenta uno snodo importante. Il personale ausiliario viene informato sul percorso educativo e viene aggiornato sulle varie attività proposte. Esso è parte integrante della vita di scuola e in molte occasioni un aiuto e un supporto importantissimo. Si relaziona quotidianamente con bambini, insegnanti e genitori.
Il contesto
Il contesto è fatto di spazi fisici e di relazioni. Lo spazio a scuola non è solo un contenitore ma un luogo educativo, psicologico, culturale e per questo va pensato e costruito; il tempo viene scandito in base ai bisogni educativi e ai ritmi biologici dei bambini. Tutto ciò ci permette di star bene assieme agli altri nella scuola.
Didattica dell’esperienza
La costruzione dell’apprendimento del bambino è sempre esperienza ed elaborazione dell’esperienza Il bambino deve dunque sperimentare per conoscere e l’esperienza è il canale privilegiato per la trasmissione e l’elaborazione di qualsiasi tipo di contenuto. I diversi campi d’esperienza nei quali si attua il fare e l’agire del bambino richiedono un’organizzazione didattica intesa come predisposizione di un accogliente e motivante ambiente di vita, di relazioni e di apprendimenti.
Attraverso la scoperta di oggetti, colori, sapori, odori, si crea un apprendimento che fa riferimento all’esplorazione e alla manipolazione e al contatto diretto, per invitare gradualmente alle prime forme di rappresentazione.
La nostra impostazione didattica:
- privilegia il gioco come naturale risorsa di apprendimento e di relazioni perché permette al bambino di liberarsi di tutte le tensioni interne che altrimenti non lo rendono disponibile all’apprendimento cognitivo.
- favorisce una pratica basata sull’articolazione di attività sia strutturate e “impegnative”sia libere e “distensive”, nella convinzione che entrambi i momenti siano ugualmente necessari e funzionali allo sviluppo dei bambini,
- è orientata al fare e alle esperienze dirette di contatto con la natura, le cose, i materiali, le persone, nella consapevolezza che il bambino deve sperimentare e vivere direttamente il mondo per conoscerlo.
- si basa sulle varie e diverse modalità di relazione (nella coppia, nel piccolo gruppo, nel gruppo allargato, con o senza l’intervento dell’educatore) per favorire gli scambi, rendere possibile un’interazione che faciliti la risoluzione dei problemi, il gioco simbolico e lo svolgimento di attività complesse, perché la sperimentazione di situazioni relazionali diversamente stimolanti arricchisce il bagaglio di risposte possibili del bambino. Inquesto senso pensiamo che sia fondamentale moltiplicare i momenti di interazione fra bimbi di età diverse, cosa che consente ulteriori possibilità di scambio.
- si avvale di tutte le strategie e le strumentazioni che consentono di sostenere e guidare lo sviluppo del bambino. Le attività volte ad attivare l’assimilazione ed elaborazione delle informazioni (memorizzare, rappresentare, comprendere relazioni spaziali e causali), così come la manipolazione, l’esplorazione e la capacità di ordinare saranno svolte attraverso procedure ludiche. I laboratori tematici e progressivi, tali da rendere possibile una molteplicità e varietà di apporti, consentiranno al bambino di partecipare il più liberamente possibile.
- fa uso di una progettazione strutturata, ma sufficientemente flessibile da potersi modulare sulle esigenze del bambino, prevede un’organizzazione del tempo scolastico in grado di recuperare il quotidiano, e imparare a vederlo in modo da attribuire valore e senso ad ogni singola attività, nella convinzione che un tempo ben strutturato su quelli che sono i ritmi personali dei bambini, sviluppi positivamente l’organizzazione del loro pensiero.
- utilizza una divisione modulare degli spazi e dei tempi interni, attrezzando con arredi e materiali centri di interesse, che possano essere percorsi dai bambini a seconda del tipo di attività programmata, o delle loro esigenze durante quella libera.
Obiettivi formativi
Gli obiettivi formativi rappresentano traguardi importanti e significativi per la maturazione del bambino. Attraverso l’azione degli educatori e le attività didattico/educative, questi obiettivi formativi si traducono in competenze. Un bambino competente è in grado di dare risposte adeguate nelle situazioni dando il meglio di sé.
Dunque i bambini verranno accompagnati ad acquisire le seguenti competenze:
- conoscere sé stessi e rafforzare la propria identità e autonomia;
- sviluppare le proprie potenzialità;
- vivere relazioni significative ed esperienze condivise con adulti e bambini;
- arricchirsi della differenza dell’altro;
- interagire, rispettare e stabilire una relazione affettiva con bambini con caratteristiche
- fisiche, psichiche, sociali, culturali, religiose, etniche diverse dalle proprie;
- imparare secondo i propri tempi, bisogni e modalità, per ampliare la spinta motivazionale all’apprendimento;
- iniziare a dare significato e ordine alle conoscenze acquisite: esplorare, osservare, mettere in relazione, confrontare, ragionare, riflettere, raccontare, rappresentare, progettare, discutere su esperienze reali e fantastiche;
- mettersi in contatto con i propri bisogni e poterli esprimere;
- prendere coscienza e consapevolezza del proprio corpo, usare il corpo per conoscere, comunicare, esprimersi e relazionarsi;
- imparare ad affrontare le conflittualità;
- collaborare e cooperare perseguendo un obiettivo comune.
Strumenti di verifica
Le modalità di verifica si baseranno principalmente:
- sull’osservazione del lavoro dei bambini
- sulla raccolta ed analisi di elaborati prodotti dai bambini;
- sul feed-back dato dai colloqui individuali con le famiglie
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